L'arco e la sua storia

La ASD Arcieri città di Terni ha iniziato un percorso di sviluppo tramite l’organizzazione di eventi di alto livello che L'origine di questa disciplina si perde nella notte dei tempi: l'arco ha accompagnato l'evoluzione dell'uomo almeno quanto hanno fatto la ruota e il remo.

Storicamente questo attrezzo può farsi risalire a circa 50.000 anni fa: in tutte le più antiche civiltà, da quella Egiziana a quella Cinese, dalla Greca alla Romana, l'arco e la freccia hanno avuto un ruolo ben definito sia per la guerra che per la caccia.

 

In epoche più recenti, il lungo arco da guerra degli arcieri inglesi ebbe la meglio contro le armate francesi durante il Medioevo. Non minore ruolo ebbe il corto arco delle orde mongole di Gengis Khan durante la conquista della Cina e del Turkhestan, all'alba del secolo XIII.

 

L'utilizzo dell'arco come attrezzo sportivo, prende piede sul finire del 18° secolo, in Inghilterra, con la costituzione della «Royal Toxopholite Society» nel 1781.

Questa organizzò le prime gare a carattere agonistico su distanze di 100, 80 e 60 yards. Un secolo più tardi, nel 1879, negli Stati Uniti venne costituita la «National Archery Association», mentre la prima competizione a carattere internazionale si svolse in Francia, a Le Tocquet, alla vigilia della prima guerra mondiale.

 

Il tiro con l'arco ebbe il suo più pieno sviluppo negli anni '20, tanto da portare alla costituzione, su idea di un gruppo dirigente polacco, della Federazione Internazionale (FITA) che vide la luce a Bruxelles nel 1931 con l'adesione di 8 Paesi.

 

Il tiro con l'arco, comunque, aveva già ricevuto il riconoscimento da parte del Barone de Coubertin che l'aveva inserito nel programma dei Giochi Olimpici del 1900 a Parigi, del 1904 a St.Louis, del 1908 a Londra e del 1920 ad Anversa. Curiosamente, una volta costituita, la Federazione internazionale non riuscì più a far iscrivere la disciplina nel programma olimpico fino al suo rientro avvenuto nel 1972 a Monaco (4 anni prima era stato sport dimostrativo ai Giochi del Messico).

 

Dopo la costituzione della FITA e la nuova regolamentazione di gara, gli arcieri si trovano nella necessità di dover colpire un bersaglio a 90 metri: tale è infatti la distanza con cui inizia la gara. L'arco deve quindi essere adeguato in potenza per scagliare le frecce sino a quel bersaglio. Il tiro con l'arco allora, da divertimento, da giardino o da prova di abilità diventa sport vero e proprio e obbliga i suoi praticanti ad elevare il tono muscolare con esercizi adeguati e ad allenarsi con metodo e tecnica.

 

Gli archi, dapprima formati da un'unica sezione di legno di tasso a curvatura unica con una semplice impugnatura centrale (i cosiddetti Long Bow) passano attraverso un’esperienza con l'uso dell'acciaio al posto del legno, per poi divenire compositi a doppia curvatura formati da materiali diversi come legno d’acero, fibra di vetro e leghe di magnesio e di alluminio.

Anche le frecce hanno subito trasformazioni sostanziali. Dall’asta in tonchino impennata con penne naturali di tacchino, si è passati al legno di cedro e quindi all’alluminio e al carbonio con impennatura in materiale plastico. Le corde, poi, dalle dalle fibre naturali ritorte (troppo elastiche per reggere allo sforzo della tensione) sono passate al Dacron, al Kevlar, al Fast-flight ed al Dynee.

 

L’arco moderno, come sport approda in Italia nell’immediato dopoguerra, importato dalle truppe alleate di stanza nel nostro Paese. Le prime due compagnie italiane sono quella di Gorizia e quella di Treviso, poiché è qui che compaiono i primi archi di buona marca portati da casa da qualche militare americano.

L'arco e la sua storia

La ASD Arcieri città di Terni ha iniziato un percorso di sviluppo tramite l’organizzazione di eventi di alto livello che L'origine di questa disciplina si perde nella notte dei tempi: l'arco ha accompagnato l'evoluzione dell'uomo almeno quanto hanno fatto la ruota e il remo.

Storicamente questo attrezzo può farsi risalire a circa 50.000 anni fa: in tutte le più antiche civiltà, da quella Egiziana a quella Cinese, dalla Greca alla Romana, l'arco e la freccia hanno avuto un ruolo ben definito sia per la guerra che per la caccia.

 

In epoche più recenti, il lungo arco da guerra degli arcieri inglesi ebbe la meglio contro le armate francesi durante il Medioevo. Non minore ruolo ebbe il corto arco delle orde mongole di Gengis Khan durante la conquista della Cina e del Turkhestan, all'alba del secolo XIII.

 

L'utilizzo dell'arco come attrezzo sportivo, prende piede sul finire del 18° secolo, in Inghilterra, con la costituzione della «Royal Toxopholite Society» nel 1781.

Questa organizzò le prime gare a carattere agonistico su distanze di 100, 80 e 60 yards. Un secolo più tardi, nel 1879, negli Stati Uniti venne costituita la «National Archery Association», mentre la prima competizione a carattere internazionale si svolse in Francia, a Le Tocquet, alla vigilia della prima guerra mondiale.

 

Il tiro con l'arco ebbe il suo più pieno sviluppo negli anni '20, tanto da portare alla costituzione, su idea di un gruppo dirigente polacco, della Federazione Internazionale (FITA) che vide la luce a Bruxelles nel 1931 con l'adesione di 8 Paesi.

 

Il tiro con l'arco, comunque, aveva già ricevuto il riconoscimento da parte del Barone de Coubertin che l'aveva inserito nel programma dei Giochi Olimpici del 1900 a Parigi, del 1904 a St.Louis, del 1908 a Londra e del 1920 ad Anversa. Curiosamente, una volta costituita, la Federazione internazionale non riuscì più a far iscrivere la disciplina nel programma olimpico fino al suo rientro avvenuto nel 1972 a Monaco (4 anni prima era stato sport dimostrativo ai Giochi del Messico).

 

Dopo la costituzione della FITA e la nuova regolamentazione di gara, gli arcieri si trovano nella necessità di dover colpire un bersaglio a 90 metri: tale è infatti la distanza con cui inizia la gara. L'arco deve quindi essere adeguato in potenza per scagliare le frecce sino a quel bersaglio. Il tiro con l'arco allora, da divertimento, da giardino o da prova di abilità diventa sport vero e proprio e obbliga i suoi praticanti ad elevare il tono muscolare con esercizi adeguati e ad allenarsi con metodo e tecnica.

 

Gli archi, dapprima formati da un'unica sezione di legno di tasso a curvatura unica con una semplice impugnatura centrale (i cosiddetti Long Bow) passano attraverso un’esperienza con l'uso dell'acciaio al posto del legno, per poi divenire compositi a doppia curvatura formati da materiali diversi come legno d’acero, fibra di vetro e leghe di magnesio e di alluminio.

Anche le frecce hanno subito trasformazioni sostanziali. Dall’asta in tonchino impennata con penne naturali di tacchino, si è passati al legno di cedro e quindi all’alluminio e al carbonio con impennatura in materiale plastico. Le corde, poi, dalle dalle fibre naturali ritorte (troppo elastiche per reggere allo sforzo della tensione) sono passate al Dacron, al Kevlar, al Fast-flight ed al Dynee.

 

L’arco moderno, come sport approda in Italia nell’immediato dopoguerra, importato dalle truppe alleate di stanza nel nostro Paese. Le prime due compagnie italiane sono quella di Gorizia e quella di Treviso, poiché è qui che compaiono i primi archi di buona marca portati da casa da qualche militare americano.

La ASD Arcieri città di Terni ha iniziato un percorso di sviluppo tramite l’organizzazione di eventi di alto livello che L'origine di questa disciplina si perde nella notte dei tempi: l'arco ha accompagnato l'evoluzione dell'uomo almeno quanto hanno fatto la ruota e il remo.

Storicamente questo attrezzo può farsi risalire a circa 50.000 anni fa: in tutte le più antiche civiltà, da quella Egiziana a quella Cinese, dalla Greca alla Romana, l'arco e la freccia hanno avuto un ruolo ben definito sia per la guerra che per la caccia.

 

In epoche più recenti, il lungo arco da guerra degli arcieri inglesi ebbe la meglio contro le armate francesi durante il Medioevo. Non minore ruolo ebbe il corto arco delle orde mongole di Gengis Khan durante la conquista della Cina e del Turkhestan, all'alba del secolo XIII.

 

L'utilizzo dell'arco come attrezzo sportivo, prende piede sul finire del 18° secolo, in Inghilterra, con la costituzione della «Royal Toxopholite Society» nel 1781.

Questa organizzò le prime gare a carattere agonistico su distanze di 100, 80 e 60 yards. Un secolo più tardi, nel 1879, negli Stati Uniti venne costituita la «National Archery Association», mentre la prima competizione a carattere internazionale si svolse in Francia, a Le Tocquet, alla vigilia della prima guerra mondiale.

 

Il tiro con l'arco ebbe il suo più pieno sviluppo negli anni '20, tanto da portare alla costituzione, su idea di un gruppo dirigente polacco, della Federazione Internazionale (FITA) che vide la luce a Bruxelles nel 1931 con l'adesione di 8 Paesi.

 

Il tiro con l'arco, comunque, aveva già ricevuto il riconoscimento da parte del Barone de Coubertin che l'aveva inserito nel programma dei Giochi Olimpici del 1900 a Parigi, del 1904 a St.Louis, del 1908 a Londra e del 1920 ad Anversa. Curiosamente, una volta costituita, la Federazione internazionale non riuscì più a far iscrivere la disciplina nel programma olimpico fino al suo rientro avvenuto nel 1972 a Monaco (4 anni prima era stato sport dimostrativo ai Giochi del Messico).

 

Dopo la costituzione della FITA e la nuova regolamentazione di gara, gli arcieri si trovano nella necessità di dover colpire un bersaglio a 90 metri: tale è infatti la distanza con cui inizia la gara. L'arco deve quindi essere adeguato in potenza per scagliare le frecce sino a quel bersaglio. Il tiro con l'arco allora, da divertimento, da giardino o da prova di abilità diventa sport vero e proprio e obbliga i suoi praticanti ad elevare il tono muscolare con esercizi adeguati e ad allenarsi con metodo e tecnica.

 

Gli archi, dapprima formati da un'unica sezione di legno di tasso a curvatura unica con una semplice impugnatura centrale (i cosiddetti Long Bow) passano attraverso un’esperienza con l'uso dell'acciaio al posto del legno, per poi divenire compositi a doppia curvatura formati da materiali diversi come legno d’acero, fibra di vetro e leghe di magnesio e di alluminio.

Anche le frecce hanno subito trasformazioni sostanziali. Dall’asta in tonchino impennata con penne naturali di tacchino, si è passati al legno di cedro e quindi all’alluminio e al carbonio con impennatura in materiale plastico. Le corde, poi, dalle dalle fibre naturali ritorte (troppo elastiche per reggere allo sforzo della tensione) sono passate al Dacron, al Kevlar, al Fast-flight ed al Dynee.

 

L’arco moderno, come sport approda in Italia nell’immediato dopoguerra, importato dalle truppe alleate di stanza nel nostro Paese. Le prime due compagnie italiane sono quella di Gorizia e quella di Treviso, poiché è qui che compaiono i primi archi di buona marca portati da casa da qualche militare americano.